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The Great Reset

In questi giorni ho incessantemente nella testa l’immagine del primo libro che ho letto, un manualetto verde pistacchio con una scritta nera che citava “Perché funziona cosi!”. Avevo 7 anni e forse quel libro per bambini lo comprendo solo ora: è stato il più importante tra le decine di quelli che ho letto nella mia vita.

In quelle pagine si parlava del motivo per cui un determinato oggetto o una situazione andassero inevitabilmente a produrre un solo e singolo evento. Oggi vorrei immaginarmi di riavere quel libro tra le mani e, quasi con la titubanza di chi si avvicina ad un oracolo, leggervi “perché il Covid influisce così sull’economia” cercando di trovarvi una risposta.

Partirò da due frasi:

1 – «Ci attendono nuove e più letali pandemie nel prossimo futuro» cit. OMS ottobre 2020 e successivamente ONU nello stesso mese.

2 – «Soglia di disoccupazione necessaria» cit. molteplici documenti economico-politici europei e nazionali.

Fabula docet sarebbe il caso di dire! Ma analizziamo con calma i due punti chiedendoci lo sforzo, quantomai difficile in questo periodo, di decongestionarci, ripulirci da ogni pressione, notizia, insegnamento medico clinico con cui veniamo bombardati costantemente da mesi. In una parola trasformiamoci in cinici laici e pragmatici ma logici: perché funziona così?

Probabilmente nessuno potrà mai saperlo con certezza in tempi brevi, ma la mia testa sente la necessità di leggerlo ancora quel libro verde pistacchio e di immaginarne il responso che, tanti anni fa, mi faceva dire “Adesso ho capito!”.

Prima di febbraio, praticamente pochi giorni fa, nessuno di noi si sarebbe mai sognato di vivere un periodo del genere né lavorativamente parlando, né emotivamente, né socialmente. Eppure eccoci qua, l’impossibile è diventato possibile. Ma se chi legge è, come me, una piccola formichina che cerca solamente di fare del suo meglio per non rimanere senza cibo durante l’inverno e che quindi può essere assolta dall’errore di non aver previsto una pandemia, esistono invece animali più grandi che sono pagati per farlo. Cito alla lettera dai rispettivi statuti: «Scopo dell’OMS è assicurare a tutte le popolazioni il raggiungimento del più alto livello possibile di salute, inteso non solo come assenza di malattia, ma come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale […]. L’ONU svolge quattro funzioni: mantenere la pace e la sicurezza internazionali, sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, cooperare nella risoluzione dei problemi internazionali e nella promozione del rispetto per i diritti umani, rappresentare un centro per l’armonizzazione».

Lo scrivente non vuole certo dire che queste, come altre istituzioni, abbiano peccato di concretezza nel loro lavoro, ma credo che si possa dire che preannunciare “nuove e più letali pandemie” quando non si è stati in grado di prevenire l’attuale sia quantomeno… grottesco. C’è, per diritto di logica, da domandarsi come possano prevedere che ci saranno “nuove e più letali pandemie” quando questa è passata talmente sottogamba che ne pagheremo le conseguenze per almeno un decennio.

Ma non sono mai stato un complottista e allora volto pagina e vado avanti nella lettura del “perché funziona così!”.

La frase «soglia di disoccupazione necessaria» l’ho letta almeno dieci volte negli ultimi anni in diversi documenti economico amministrativi e, per quanto possa essere “disumana” e poco condivisibile, è senza dubbio vera: se la forbice sociale è ampia un paese cresce economicamente più velocemente di uno con una forbice sociale stretta. È uno dei diktat dell’economia purtroppo.

Ma siamo davvero troppo ingorgati mentalmente ed emotivamente in questo momento per vedere che le due citazioni sono molto legate tra loro e, per capire “perché funziona così!” dobbiamo, di nuovo, fare lo sforzo di distaccarci dalla paura, dalla pressione psicologica, da tutti quegli assiomi medico scientifici che ci erano alieni fino a pochi mesi fa, da tutta quella “cultura” propinataci via etere da format, telegiornali, opinionisti e da nuovi Messiah. Vogliamo parlare di economia? Bene, allora lasciamo per un attimo da parte il discorso medico e scientifico.

Un bel respiro, liberate la testa e… ecco perché funziona così!

Il capitale, opportunamente usato, crea altro capitale e ci sono persone che non hanno lavoro perché altre devono accumulare ricchezze oltre che per garantire la stabilità del sistema monetario, capitalistico e finanziario. Se un sistema economico è chiuso e privo di marginalità importanti serve un grosso shock sociale, possibilmente una riplasmazione integrale del modo di vivere e produrre, per tornare ad avere guadagni elevati. Lo chiamano “The Great Reset”.

Che crediate che il Covid-19 sia stato voluto da qualche misteriosa corporazione o che sia stato un evento naturale, il risultato non cambia: porterà a quanto appena sopra detto.

Se volessimo vederla in altri termini analizziamo il cambiamento del mondo del lavoro, della qualità della vita, della velocità di operazioni negli ultimi 20 anni. Non è grazie alla tecnologia che abbiamo reso di più, o almeno non è solo grazie a questa, poiché se ci fosse stata di aiuto avremmo lavorato di meno e guadagnato di più, ma non è andata proprio così. È invece successo che, come un processo chimico che parte lento e poi piano piano accelera fino a diventare velocissimo, anche l’economia ha seguito lo stesso percorso dal dopoguerra ai primi anni 2000 e così, parimenti al processo chimico, si è terminati con una situazione stabile, calma… inerte.

Non si è fatto altro, volontariamente o meno, che cambiare i reagenti e dare un nuovo impulso al composto.

Ciò che ho scritto fino a ora non mi rende nervoso perché è nella natura delle cose il cambiamento, ma quello che mi fa imbestialire è che per arrivare a questo siamo diventati un gregge senza cultura, bigotto e semplice da gestire che si è sfamato per anni con cibi a base di pochezza, selfie e televisione spazzatura.

Lo sapete voi come si gestisce un gregge? Basta sparare un colpo di fucile in aria e tutto il bestiame si muoverà nella direzione opposta. Il fucile non spara per uccidere in quel caso, ma per arrivare a un evento voluto. Il fucile è il Covid-19. Chi spara? Non mi interessa.

Lorenzo Dott. Antonelli

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